Un caso di grave negligenza medica è emerso all'ospedale Santa Chiara di Trento, dove una pediatra è accusata di aver rifiutato di visitare un bambino di 4 anni in gravi condizioni. Il piccolo, che aveva consumato formaggio contaminato da Escherichia coli, è ora in stato vegetativo. La vicenda, risalente al 2017, ha portato alla recente decisione del giudice dell'udienza preliminare Enrico Borrelli di rinviare a giudizio la dottoressa, con il processo che inizierà il 25 aprile 2024.
Il bambino aveva contratto la Sindrome emolitico-uremica (Seu) a seguito dell'ingestione del formaggio prodotto con latte crudo. La diagnosi tardiva, avvenuta tre giorni dopo il rifiuto della pediatra di effettuare la visita nonostante l'insistenza di una collega, ha causato danni irreversibili. La pediatra è ora accusata di lesioni e rifiuto di atti d'ufficio.
La battaglia legale intrapresa dalla famiglia del bambino ha visto l'incriminazione e la condanna dell'ex presidente del caseificio, Lorenzo Biasi, e del casaro Gianluca Fornasari, per lesioni gravissime. Il caseificio è stato ritenuto responsabile per l'uso di un tubo sporco di feci animali nel trasferimento del latte.
L'intossicazione alimentare può essere causata da vari batteri, come Staphylococcus aureus, che producono tossine in alimenti contaminati, con sintomi che possono includere nausea e vomito. È fondamentale che i professionisti del settore alimentare e sanitario seguano rigorosi protocolli per prevenire e gestire tali rischi.