Omicidio Laura Ziliani: Non è stata uccisa dalle figlie Paola e Silvia per soldi
Le motivazioni della sentenza sull'omicidio di Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, sono state rese note, delineando un quadro inquietante dietro il gesto omicida. Contrariamente alle ipotesi iniziali, il movente dell'omicidio non è stato economico né dettato da odio personale, ma piuttosto per gratificare l'ego del gruppo costituito dalle figlie Paola e Silvia Zani e dal fidanzato di una di esse, Mirto Milani.
La ricostruzione degli eventi suggerisce che Laura Ziliani sia stata uccisa per asfissia meccanica, probabilmente utilizzando un oggetto soffice come un cuscino. Le indagini hanno evidenziato alcune anomalie nel comportamento delle figlie e di Milani nel periodo precedente il delitto, come sveglie insolitamente mattutine e variazioni nelle abitudini quotidiane.
Nonostante le confessioni degli imputati, che in precedenza avevano suggerito la paura di essere uccisi dalla madre come movente, i giudici hanno stabilito che l'omicidio è stato commesso per celebrare l'unità del gruppo e per esaltare il loro ego collettivo, un aspetto che è stato ritenuto centrale nella dinamica del delitto.
La sentenza ha portato alla condanna all'ergastolo per il trio criminale, sottolineando la premeditazione e l'assenza di reale pentimento. Inoltre, è stato evidenziato come l'omicidio sia stato ispirato da dinamiche simili a quelle viste in serie televisive, con Laura Ziliani descritta come una vittima sacrificale di un rituale di gruppo.
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