di Zazoom di 20 nov 2023 whatsapp

Aumentano Femminicidi e violenze sulle donne : i segnali di pericolo

aumentano femminicidi

Il fenomeno dei femminicidi continua a manifestarsi in modo tragico e inaccettabile, assumendo la dolorosa consuetudine di un rinnovo che ricorda l'agghiacciante cambiamento di pagina di un calendario maledetto. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, la lista dei nomi, delle vite, e delle storie di donne che perdono la vita per mano di uomini, cresce inesorabilmente. Un aspetto particolarmente preoccupante è la diffusione della violenza sulle donne tra i giovani, in particolare coloro che rientrano nella fascia di età sotto i 30 anni.

Il caso di Giulia Cecchettin, una giovane di 22 anni brutalmente uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turretta, rappresenta il decimo episodio simile dall'inizio dell'anno. La tragica situazione si complica ulteriormente per gli orfani che rimangono, un dramma all'interno del dramma. Dei 54 femminicidi avvenuti nel 2023, ben dieci coinvolgono vittime con meno di trent'anni. Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, ha sottolineato in una lettera al Corriere della Sera che Filippo non è un mostro, ma piuttosto un prodotto del patriarcato.

I dati relativi ai casi di femminicidio tra i giovani dimostrano che l'eredità culturale maschilista non è limitata alle generazioni più anziane con visioni arcaiche dei ruoli di genere e della struttura familiare. Questo indica l'assenza di una rivoluzione culturale in corso, persino tra coloro che rientrano nella fascia di età inferiore ai 30 anni. L'incidenza crescente di donne uccise dagli ex mariti o fidanzati sottolinea quanto lavoro resti da fare, non solo nell'azione, ma anche nel pensiero.

La storia delle vittime Giulia Cecchettin, Giulia Donato, Giulia Tramontano, Yana Malayko, Maria Brigida Pesacane, Sofia Castelli, Danjela Neza, Gessica Malaj, Michelle Maria Causo, e Celine Frei Matzohl, rappresenta una serie di tragedie che evidenziano la necessità di affrontare il problema del femminicidio in modo urgente e deciso.

Il femminicidio, definito come l'omicidio di una donna a causa del suo genere, è una realtà tragica che persiste su scala globale. Le statistiche, preoccupanti, evidenziano che il 35% delle donne in tutto il mondo ha subito violenza fisica e/o sessuale da parte di uomini, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia, l'indagine Istat più recente rivela che il 31,5% delle donne ha subito violenza, evidenziando che una donna su tre vive questa tragica realtà almeno una volta nella vita.

La spirale della violenza, che inizia con tensioni crescenti e culmina in atti estremi, è un fenomeno che coinvolge varie fasi, tra cui isolamento, intimidazioni, minacce, ricatto dei figli e aggressioni fisiche e sessuali. Riconoscere i segnali di pericolo è cruciale per prevenire atti così tragici, anche se la responsabilità primaria di prevenire il femminicidio ricade sugli aggressori, non sulle vittime. Identificare comportamenti ossessivi, minacce di morte, violenza fisica e psicologica, comportamenti estremamente gelosi e isolamento sociale sono tutti segnali di pericolo che possono contribuire a proteggere le donne e le comunità da situazioni pericolose.

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