A cento anni dalla nascita di Mario Lodi che ha dedicato tutta la sua vita ai diritti dei bambini perché avessero la migliore scuola possibile
Grande evento effettuato nell’ampio cortile della scuola Scuola “San Filippo Neri” di Massa i meglio noti Fratelli delle Scuole Cristiane in onore di Mario Lodi, maestro, pedagogista e scrittore italiano che “ha dedicato tutta la sua vita ai diritti dei bambini perché avessero la migliore scuola possibile”, (motivazione del Premio Unicef ricevuto nel 2005). Oltre 150 tra alunne e alunni di viale Chiesa questa volta hanno acceso telecamere e microfoni per osannare il maestro, protagonista della pedagogia italiana, a cento anni dalla sua nascita avvenuta a Piadena in provincia di Cremona il 17 febbraio 1922. Lo hanno celebrato come un amico che ha contribuito fortemente a variare il clima impregnato di autoritarismo e di imparaticcio che dominava nella scuola italiana nel secondo dopoguerra. In genere, oggi, la scuola assicura ai piccoli un clima di dialogo, di partecipazione e la presenza di laboratori attivi e operativi. Chi attinge acqua da un pozzo non sempre pensa a chi l’ha scavato, il pozzo. È bene conoscere e apprezzare chi nel passato ha spinto alunni e insegnanti a “diventare protagonisti attivi e non solo serbatoi passivi di nozioni astratte” riappropriandosi della metodologia con la quale sono cresciuti nei primi sei anni di vita.
“Il bambino impara giocando da quando nasce – scrive il maestro di Piadena. I suoi strumenti sono i sensi e la mente. Con i primi raccoglie i dati della realtà: i rumori, le forme, il tepore del seno materno, il sapore del latte, gli odori della casa, i colori, le voci. Con la mente confronta, riflette, ricorda. Il suo metodo è corretto perché raccoglie dati, li confronta, li seleziona, formula ipotesi, le verifica, ricava sintesi. Restituiamo ai bambini la possibilità e il piacere di scoprire – giocando – concetti scientifici e abilità tecniche...” come ampliamente illustrato in Cominciare dal bambino (1977) e Guida al mestiere di maestro (1982).I giovanissimi studenti della scuola massese, meglio conosciuta dei Fratelli Cristiani, hanno apprezzato la lezione. Si sono cimentati nel rappresentare con entusiasmo e creatività alcuni dei capolavori composti dal maestro e dai suoi alunni di un tempo.
La classe Prima – tutor fratel Alberto Castellani – ha letto a tutti, con emozionante soddisfazione, La Nuvola (favola sull’avarizia umana tratta da Il principio di un mondo nuovo), dopo averla trascritta su un librone dalle pagine coloratissime poggiato su un vistoso legio. La maestra Tiziana Tenace con la classe Seconda ha animato il capitolo dodicesimo intitolato La Guerra dell’opera più famosa di Mario Lodi, Cipì, romanzo educativo scritto insieme agli alunni, ormai un classico della letteratura per l’infanzia. Al termine della guerra, gli uccelli escono dai loro rifugi domandandosi chi avesse vinto. Nessuno, è la risposta. E allora perché la fanno? È la domanda senza risposta che è risuonata nel cuore dei giovanissimi spettatori.
La Terza della maestra Rachele Fangano ha presentato Bandiera, un libro semplice ma accattivante che sa catturare l’interesse dei piccoli presentando con dolcezza e in un linguaggio poetico, la Natura.È toccato alla classe Quarta della maestra Chiara Giuntoni cantando Nel blu dipinto di blu di Modugno, farsi un viaggio fantastico a bordo de La Mongolfiera, altro classico di Mario Lodi, sospinti dal desiderio di scoprire il mondo, animati da un forte senso di avventura e d’indipendenza dai genitori. La maestra Elisabetta Ferrante con gli alunni di Quinta ha trascritto in forma teatrale Il racconto La Vittoria Alata, tratto da Il principio di un mondo nuovo. “La Vittoria Alata attende ancora sulle alte cime la grande notizia che gli uomini hanno bandito le armi e scelto la pace. Quel giorno la Vittoria Alata tornerà fra gli uomini e farà festa perché la vittoria contro la guerra è l’unica vera vittoria...”, come ribadito dalla canzone Imagine, forse la canzone più conosciuta e amata di John Lennon, brano diventato nel tempo un vero e proprio inno di speranza, eseguito dalla classe insieme alla giovane platea.Tutte le bambine e i bambini della scuola hanno aperto la manifestazione con la canzone Semina la pace del Gen Rosso, complesso vocale e strumentale scaturito dalla mente e dal cuore di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolarini; quindi è stata la volta di Paura dell’interrogazione? di Carlo Maria Arosio con Chiara, Riccarda e tutti i bambini del Piccolo Coro Ambrogino d’Oro e in chiusura è stata eseguita Come i pesci gli elefanti e le tigri del Piccolo Coro dell'Antoniano, canzone scritta da Tommaso Paradiso, un inno all’operosità silenziosa – Andiamo avanti senza fare rumore dice tra l’altro il testo - un omaggio a Mario Lodi, insegnante, ricercatore, “innovatore di un insegnamento per una scuola democratica, inclusiva, solidale”.
La coordinatrice didattica Elisa Calanchi, oltre ad elogiare i docenti e gli alunni per il lavoro di ricerca svolto, ha tenuto a sottolineare il segreto della bontà della proposta educativa del maestro Lodi: “Questi bambini non hanno un libro di testo. Hanno però un libro più interessante, più ampio, sempre vivo, in continua evoluzione. Ed è il libro del mondo che li circonda, la natura, il lavoro degli uomini, le loro famiglie, i compagni di classe. E poi la strada e tutto quello che vive concretamente intorno a loro”. È qui la novità dell’impostazione pedagogica alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni e del libro di testo fine a se stesso: il testo libero prodotto dal bambino, il calcolo “vivente” perché legato alla realtà di tutti i giorni, le attività espressive (pittura, teatro, danza...), la ricerca sull’ambiente e sul territorio, l’interscambio tra classi, la stampa di un giornalino a scuola, la scrittura da parte dei piccoli di storie vere e fantastiche...Bruno Ciari, Santoni Rugiu, Piaget, Bruner, Vygotskij, Freneit... si conoscevano già, ma non è stato facile resistere alla portata educativa e didattica della proposta del “ maestro che sapeva parlare ai bambini”, proposta caldeggiata da altri giganti del mondo della scuola dei piccoli, Gianni Rodari per esempio e don Milani, molto amico di Mario Lodi.
La Scuola ha tanto bisogno anche oggi di questi “Geppetto dell’educazione” che sappiano, mossi dalla passione e dall’amore per le giovanissime generazioni, credere che nel cuore di ogni piccolo, esiste una potenziale ricchezza che non chiede altro di essere scoperta, fatta emergere, valorizzata. Occorre il coraggio di mettersi in discussione, come Mario Lodi: “Mi resi conto che ero incapace di fare il maestro perché ci avevano insegnato un sistema che non era adatto ai bambini. Non sapevamo allora che tutti i bambini del mondo, sin da quando sono piccolissimi, raccontano con i loro scarabocchi la loro vita e quello che scoprono del mondo. Non sapevamo che i bambini non sono vasi da riempire, ma vasi pieni da organizzare”.
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