di Zazoom di lunedì 2 novembre 2020

GIGI PROIETTI: IL RICORDO DI VINCENZO SALEMME

gigi proietti

Caro Gigi, ti scrivo qualche riga quando ancora non so se sar? consentito venire a darti l?ultimo saluto. Non ti vedevo da un anno. In una trasmissione televisiva mi avevi raccontato la tua volont? di prendere in gestione un teatro. E volevi farlo insieme a me. Per me sarebbe stata un?avventura entusiasmante. Fare teatro accanto al pi? luminoso dei Giullari. Sei quello che meglio di tutti ha saputo spazzare via quelle stupide etichette dei tempi moderni, che dividono gli artisti in ?alti? e ?bassi?, profondi e superficiali, popolari e di ?lite...

Avevi un rapporto con il pubblico che non era mai falso, manifestavi ci? che eri. Perch? un attore, prima di tutto, deve essere onesto. Questa ? l?etica di un vero attore. Tu ogni volta facevi un patto con il pubblico: facciamo finta che io sia... E cos? diventavi re Lear o Mandrake, un cantante maestoso o un menestrello, raccontavi una barzelletta o recitavi un sonetto del Belli. Il pubblico, con te, non era mai passivo, era essenziale, non ti guardava dal buco della serratura come accade nei reality, era in teatro con te e sceglieva il luogo con te, viveva il racconto con te. Avevi una quantit? infinita di talento e, grazie al cielo, ce ne hai fatto dono. Di solito non mi piace usare il termine popolo a sproposito ma nel tuo caso ? giusto e doveroso dire che il popolo te ne sar? grato per sempre e non ti dimenticher? mai.

Perch? se Attore ? anagramma di Teatro, tu ne sei stato l?esempio pi? nobile.

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