In Italia, la sicurezza sul lavoro rimane una questione critica, con un morto ogni 8 ore e mezzo, evidenziando la necessità di miglioramenti significativi nelle politiche e nelle pratiche di sicurezza. Nonostante le leggi e le normative in vigore, come il D.Lgs. 81/2008, che mirano a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, gli incidenti mortali continuano a verificarsi a un ritmo allarmante.
Le statistiche mostrano una distribuzione disomogenea degli infortuni mortali nei vari giorni della settimana, con il lunedì che registra il maggior numero di incidenti. Inoltre, i dati rivelano una diminuzione del 28,7% dei decessi sul lavoro dal 2020 al 2023, ma questa tendenza non indica necessariamente un miglioramento della sicurezza, poiché la riduzione è in parte attribuibile alla diminuzione dei casi mortali legati al Covid-19. La mappatura del rischio di mortalità per regione mostra variazioni significative, con alcune aree che rimangono ad alto rischio negli ultimi anni. I settori più colpiti variano annualmente, ma trasporti e magazzinaggio, costruzioni e attività manifatturiere sono costantemente tra i più pericolosi. La normativa italiana prevede misure di tutela e sanzioni per le violazioni, ma la persistenza di un alto numero di vittime sottolinea l'importanza di un impegno costante per migliorare la sicurezza sul lavoro.
Le cause principali degli incidenti includono la movimentazione delle merci, le cadute da altezza, l'uso improprio di utensili e le masse in movimento. Gli incidenti stradali rappresentano inoltre una causa significativa di morte sul lavoro, sottolineando la necessità di strategie mirate per ridurre il rischio stradale. La lotta per un ambiente di lavoro più sicuro richiede un approccio olistico che coinvolga datori di lavoro, lavoratori, legislatori e la società nel suo insieme, per garantire che ogni individuo possa svolgere la propria attività in condizioni di massima sicurezza.