di Zazoom di 10 feb 2024 whatsapp

L'ultimo interrogatorio di Matteo Messina Denaro: I documenti falsi

ultimo interrogatorio

È il 7 luglio del 2023 e Matteo Messina Denaro, il boss mafioso, si ritrova di fronte al Procuratore aggiunto di Palermo, Paolo Guido, per l'ultimo interrogatorio prima della sua morte imminente. In un momento di vulnerabilità, Messina Denaro rivela ai magistrati la sua pratica di procurarsi documenti falsi, confessando: "I documenti me li sono sempre procurati da me. A Roma c'è una strada in cui vanno tutti perché sono quelli che forniscono a tutti."

Con una franchezza insolita, il boss spiega come ha gestito la situazione durante l'interrogatorio: "Quando mi hanno interrogato loro, uno non è che può pensare tutto, però io dicevo... e ho detto cosa c'era in questo appartamento. Nel mentre, loro li avevano già trovati, tranne i soldi, c'erano 5 mila euro? Tranne i soldi, ma poi il resto, hanno trovato tutto."

L'Ultimo Interrogatorio di Matteo Messina Denaro

Rivelando dettagli sorprendenti, Messina Denaro aggiunge: "Però dimenticai a dire loro che c'erano anche delle tessere, delle tessere, carte di identità, vuote; 'vuote' significa senza neanche il numero... Sì, sì... è giusto? Credo che fossero 20, 15, non lo so quante, io le ho sempre avute a quantità."

Il Procuratore aggiunto di Palermo sonda ulteriormente, portando alla luce un aspetto cruciale dell'inganno di Messina Denaro: l'origine dei suoi documenti falsi. "Un documento romano lei non lo ha mai usato?", chiede Guido. E il boss risponde con astuzia: "Romano in che senso, scusi?".

In un dialogo avvincente, Messina Denaro spiega le sfumature dei suoi documenti falsi, delineando il loro valore nel mondo criminale. "Sono molti i documenti, però c'è una cosa: c'è da vedere com'erano, perché se hanno il numero di matricola è un conto, non servono a niente... i documenti, la carta di identità. Certo, certo... se c'è numero di matricola, che ne deve fare? I documenti devono essere senza il numero di matricola, cioè quando partono da là; il momento in cui arrivano in Prefettura, dove deve andare col numero di matricola? Questo volevo dire. Quindi, magari...", spiega con un'aria di saggezza.

In questo momento di verità, emerge la complessità umana dietro la facciata del crimine organizzato, offrendo uno sguardo penetrante nell'animo di uno dei boss più ricercati d'Italia.