Processo a Budapest: Ilaria Salis in prigione legata mani e piedi

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Nel processo che si tiene a Budapest, Ilaria Salis, un'insegnante italiana di 39 anni, si trova in carcere, legata mani e piedi come un animale. Con i polsi e le caviglie stretti da ceppi di cuoio sigillati con lucchetti, indossa un maglione a righe grigie e arancioni. Accanto a lei, due poliziotti in mimetica e passamontagna neri, che nascondono il loro volto. Nonostante il clima oppressivo dell'aula, Ilaria trova un momento di umanità nel sorriso rivolto al padre seduto tra il pubblico, giunto dall'Italia dopo un lungo viaggio. È un gesto per rassicurarlo, ma anche per esorcizzare la surreale scena che si presenta davanti al tribunale di un Paese a trazione sovranista, sebbene all'interno dei confini dell'Unione europea.

Ilaria Salis è accusata di aver aggredito due neonazisti a febbraio nella capitale ungherese, Budapest. Nel processo, che ha inizio e viene subito rinviato al 24 maggio, rischia fino a 24 anni di reclusione. Nonostante la richiesta della Procura di 11 anni, Ilaria ha già trascorso quasi un anno dietro le sbarre ungheresi. Con voce bassa ma ferma, tramite una traduttrice, continua a dichiararsi innocente. Tra gli imputati ci sono anche due tedeschi, accusati anch'essi di aggressioni a estremisti di destra a Budapest nel febbraio precedente. Uno dei due è stato condannato a tre anni di reclusione, avendo ammesso la colpevolezza.

Secondo l'accusa, i tre imputati farebbero parte di un'organizzazione di sinistra radicale, proveniente dalla Germania, che pianificava aggressioni fisiche contro simpatizzanti neonazisti o neofascisti. La Procura sostiene che il loro obiettivo fosse malmenare le vittime con metodi in grado di uccidere. Salis è considerata l'imputata principale, accusata di aver partecipato a più aggressioni e di aver causato lesioni corporali aggravate in associazione per delinquere.

L'Ungheria di Orban sembra interessata a sfruttare il profilo criminale e politico di Ilaria Salis, nonostante ciò susciti l'indignazione per il modo in cui è stata trattata in tribunale. Fra il pubblico, si nota la presenza di elementi neonazisti, che seguono con interesse lo svolgersi del processo. Ilaria è stata condotta in aula come un animale, legata e tirata come un cane per tutta la durata dell'udienza. Eugenio Losco, uno degli avvocati italiani della Salis, presente in aula accanto al padre della donna, ha espresso sconcerto per le condizioni in cui è stata condotta la sua assistita, definendo la situazione una grave violazione delle normative europee.

Il padre della 39enne ha ribadito il trattamento disumano riservato a sua figlia, criticando l'indifferenza dei politici, del governo e dei media italiani di fronte a questa situazione. Dopo mesi di silenzio, ha avuto un incontro con il Guardasigilli, Carlo Nordio, e oggi sarà ricevuto dall'ambasciatore italiano a Budapest. Si spera di riportare Ilaria in Italia durante la custodia cautelare, considerando che il processo potrebbe durare un anno e le condizioni detentive ungheresi sono state descritte come disumane.