Riforma fiscale: Conciliazione preventiva biennale per le Partite Iva

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Il panorama fiscale italiano si arricchisce con l'introduzione del concordato preventivo biennale, un nuovo strumento contenuto nel decreto legislativo sull'accertamento, recentemente approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri. Questo costituisce il settimo decreto attuativo della riforma fiscale, mirata a rendere l'Agenzia delle Entrate più "amica" nei confronti dei contribuenti, come spiegato dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo.

Dopo l'implementazione della "cooperative compliance" per le aziende di grandi dimensioni, il concordato preventivo rappresenta un ulteriore passo verso l'instaurazione di un rapporto "collaborativo e di fiducia" tra l'amministrazione finanziaria e le Partite Iva. Secondo Leo, questo strumento è anche una scommessa per incrementare le entrate fiscali, utilizzando i proventi per completare le fasi successive della riforma fiscale e ridurre ulteriormente le aliquote dell'Irpef.

Il concordato preventivo biennale coinvolgerà circa 4 milioni di Partite Iva (2,42 milioni di soggetti sottoposti agli indici sintetici di affidabilità, ex studi di settore, e 1,7 milioni di forfettari). Questi contribuenti riceveranno una proposta dall'Agenzia delle Entrate, sulla base della quale potranno regolare il pagamento delle tasse nei due anni successivi. Una novità significativa è l'ampliamento della platea, inizialmente limitata ai soggetti con un punteggio di almeno 8 nelle pagelle dell'affidabilità fiscale. La richiesta di un tetto del 10% al reddito è stata eliminata, e i contribuenti potranno aderire entro il 15 ottobre.

L'estensione della platea delle Partite Iva coinvolte ha sollevato preoccupazioni nelle opposizioni. Il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani, la definisce "una legittimazione dell'evasione fiscale", mentre Emiliano Fenu del M5S afferma che il concordato potrebbe trasformarsi in un "condono preventivo o in un'estorsione di Stato". La Cgil esprime preoccupazione definendo il provvedimento "addirittura peggiorativo rispetto allo schema iniziale". Il governo, dal canto suo, respinge le critiche, affermando che l'obiettivo principale è contrastare i fenomeni elusivi, specialmente per coloro che hanno un punteggio inferiore all'8 nelle pagelle fiscali. Leo spiega che l'incremento delle adesioni è essenziale per garantire una maggiore efficienza nei controlli e contrastare eventuali omissioni nella dichiarazione dei redditi.