Ciro Immobile e l'incidente contro il tram : ritirate le querelle reciproche
L'inchiesta sull'incidente avvenuto il 16 aprile scorso, a piazza delle Cinque Giornate, coinvolgendo l'attaccante della Lazio Ciro Immobile e l'autista del tram Walter Mannoni, è stata archiviata dopo che entrambe le parti hanno ritirato le querelle reciproche. La decisione è stata presa ieri presso il commissariato di piazza Cavour in presenza dei rispettivi legali, Erdis Doraci per Immobile e Alessandro Martelli per Mannoni.
Oggi, durante l'udienza per l'incidente probatorio, dove doveva essere presentata la perizia che attribuiva responsabilità a entrambi, verrà ufficializzata la decisione di archiviare il fascicolo. Tale decisione è giunta subito dopo il deposito della perizia, che indicava delle responsabilità per entrambi gli indagati, mettendoli a rischio di un processo. In una scelta strategica, convenuta da entrambe le parti, Immobile e Mannoni hanno ritirato le querelle reciprocamente presso il commissariato, accettando contemporaneamente la remissione della denuncia dell'altro.
Nell'incidente, l'autista del tram e Immobile erano stati coinvolti, riportando ferite lievi. Immobile, che guidava la sua Land Rover con le sue due figlie a bordo, aveva subito una lesione al braccio. Una delle figlie aveva riportato lesioni più gravi al fegato ed era rimasta ricoverata per un periodo più lungo.
La perizia condotta dall'ingegnere Mario Scipione, nominato dal gip Roberto Ranazzi, ha indicato che sarebbe stato impossibile determinare chi dei due, Immobile o Mannoni, avesse attraversato con il semaforo rosso. Tuttavia, secondo il perito, se Immobile avesse rispettato i limiti di velocità, l'incidente probabilmente non si sarebbe verificato. Il calciatore viaggiava a 65 chilometri orari in una zona dove la velocità massima consentita era di 50 chilometri orari.
Entrambi erano stati indagati per lesioni stradali, ma con il ritiro delle querelle, il fascicolo sarà archiviato. La perizia aveva evidenziato che Mannoni, al momento dell'incidente, avrebbe avuto solo 12 secondi per liberare l'area. Ma nonostante il funzionamento dell'impianto semaforico, la perizia non ha potuto stabilire in modo univoco chi dei due avesse attraversato con il rosso, basandosi su testimonianze non conclusive.