di Zazoom di martedì 30 gennaio 2024

Alzheimer: ci sono legami con ormone della crescita

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Segnali indicativi della malattia di Alzheimer sono emersi in cinque individui nel Regno Unito, i quali avevano precedentemente assunto l'ormone della crescita, un farmaco oggi obsoleto. Questi sintomi cognitivi progressivi, compatibili con la malattia neurodegenerativa, sono stati evidenziati da uno studio condotto dall'University College di Londra e pubblicato su 'Nature Medicine'. Va sottolineato che il campione di studio è limitato e che l'ormone della crescita in questione non è più in uso nelle pratiche mediche, quindi il lavoro non implica che malattie come l'Alzheimer siano contagiose. Gli esperti suggeriscono che le proteine legate all'Alzheimer potrebbero essere introdotte nel cervello attraverso materiale prelevato da cadaveri, poiché l'ormone in questione era ottenuto dalle ghiandole pituitarie di individui deceduti, come riportato nella ricerca.

In uno studio del 2018, il team di ricerca aveva scoperto che questo ormone conteneva proteine beta-amiloide. Nei test su topi, l'iniezione del preparato ha causato lo sviluppo di placche amiloidi e l'angiopatia amiloide cerebrale negli animali. Da ciò è nata l'ipotesi che preparati ormonali "contaminati" potrebbero aver contribuito allo sviluppo dell'Alzheimer in coloro che li hanno assunti. Nel recente studio, cinque delle otto persone che avevano ricevuto questo trattamento durante l'infanzia hanno mostrato segni di demenza precoce tra i 38 e i 55 anni. È importante notare che due partecipanti sono deceduti durante lo studio. Tra i rimanenti tre, uno mostrava sintomi di lieve deterioramento cognitivo, un altro manifestava possibili segni di neurodegenerazione e uno non presentava sintomi comportamentali correlati all'Alzheimer.

I ricercatori rassicurano che, dal punto di vista della salute pubblica, non è necessario preoccuparsi della trasmissione della demenza, poiché il trattamento ormonale in questione non è più in uso. Tuttavia, auspicano che altri scienziati indaghino ulteriormente per raccogliere prove e approfondire l'ipotesi di un'eventuale trasmissione dell'Alzheimer.